Matteo Regispani

Sono ormai mesi che gli analisti prevedono recessioni.

Giusto per ricapitolare: prima gli esperti pronosticavano una recessione negli USA per l’inverno 2022, poi l’infausto appuntamento è stato rinviato alla primavera di quest’anno, poi all’estate e adesso, forse, al prossimo anno.

Qual è il problema di tutto ciò?

Gli investitori, quando prendono decisioni di portafoglio, guardano con grande attenzione alle previsioni.

Così, previsioni di recessione alla mano, finora in molti hanno giocato in difesa, attendendo una frenata delle borse che non è arrivata e perdendo contemporaneamente il rialzo a doppia cifra dell’azionario.

Warren Buffett sono decenni che invita a “essere timorosi quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri sono timorosi”.

Senza strafare, tra avidità e paura, ai miei clienti indico sempre la via intermedia: quella di un portafoglio ben diversificato che in ogni fase economica dia, compatibilmente con il proprio orizzonte temporale, il giusto spazio alle azioni.

Qual è la morale di tutta questa storia?

Semplice: se investi con un orizzonte temporale lungo (ad esempio, per una pensione più agiata fra 20 anni o per garantire la migliore università a tuo figlio che è appena nato) guardare alle previsioni economiche a 6, 12 o 24 mesi ha poco senso.

La regola d’oro resta sempre la diversificazione che deve essere personalizzata, in linea con il tuo profilo ed i tuoi obiettivi.

E tu? Segui i consigli degli analisti oppure gestisci il tuo portafoglio in autonomia?

Fammelo sapere con una mail a matteo.regispani@pfafineco.it oppure scrivendomi direttamente su LinkedIn in modo da confrontarci.